Gli attacchi di panico si manifestano come episodi di
intensa e improvvisa paura che si concretizza con palpitazioni tremori,
sudorazione, paura di impazzire di morire e di perdere il controllo.
Gli attacchi di panico possono presentarsi all'improvviso, senza
evidenti motivi, come “un fulmine a ciel sereno” oppure possono essere
situazionali, cioè scatenati da uno specifico evento. Chi ha provato gli attacchi
di panico li descrive come un’esperienza terribile, spesso improvvisa
ed inaspettata, almeno la prima volta.
E' ovvio che la paura di un nuovo attacco diventa immediatamente forte. Il
singolo episodio, quindi, sfocia facilmente in un vero e proprio disturbo
di panico, più per “paura della paura” che altro. La persona si trova
rapidamente invischiata in un tremendo circolo vizioso che
spesso si porta dietro la cosiddetta “agorafobia“, ovvero l’ansia
relativa all’ essere in luoghi o situazioni dai quali sarebbe difficile o
imbarazzante allontanarsi, o nei quali potrebbe non essere disponibile un
aiuto, nel caso di un attacco di panico inaspettato.
Con la paura degli attacchi di panico diventa quindi
pressoché impossibile uscire di casa da soli, viaggiare in treno, autobus o
guidare l’auto, stare in mezzo alla folla o in coda, e cosi via. Gli attacchi
di panico possono inoltre presentarsi a causa di condizioni mediche
generali o altre cause fisiche.
Chi soffre di attacchi di panico dovrebbe effettuare una visita medica per escludere le seguenti
patologie organiche:
· Prolasso della valvola mitralica: un
problema cardiaco minore che insorge quando una delle valvole cardiache non si
chiude correttamente
·
Ipertiroidismo
·
Ipoglicemia
oppure condizioni derivanti da
·
Utilizzo di sostanze stimolanti (
anfetamina, cocaina, caffeina)
·
Astinenza da farmaci
Il primo attacco di panico non si scorda
mai
Il primo attacco di panico è generalmente inaspettato,
cioè si manifesta “a ciel sereno”, per cui il soggetto si spaventa enormemente
e, spesso, ricorre al pronto soccorso; poi possono diventare più prevedibili.
Per la diagnosi sono richiesti almeno due attacchi di panico
inaspettati, ma la maggior parte degli individui ne hanno molti di
più.
Gli individui con Disturbo di Panico mostrano
caratteristiche preoccupazioni o interpretazioni sulle implicazioni o le
conseguenze degli attacchi di panico. La preoccupazione per il
prossimo attacco o per le sue implicazioni sono spesso associate con lo
sviluppo di condotte di evitamento che possono determinare una vera e propria Agorafobia,
nel qual caso viene diagnosticato il Disturbo di Panico con Agorafobia.
Di solito gli attacchi di panico sono più frequenti in periodi
stressanti. Alcuni eventi di vita possono infatti fungere da fattori
precipitanti, anche se non indicono necessariamente un attacco di
panico. Tra gli eventi di vita precipitanti riferiti più comunemente
troviamo il matrimonio o la convivenza, la separazione, la perdita o la
malattia di una persona significativa, l’essere vittima di una qualche forma di
violenza, problemi finanziari e lavorativi.
I primi attacchi si verificano di solito in situazioni agorafobiche (come
guidare da soli o viaggiare su un autobus in città) e comunque spesso in
qualche contesto stressante.
Gli eventi stressanti, le situazioni agorafobiche, il caldo e le condizioni
climatiche umide, le droghe psicoattive possono infatti far insorgere
sensazioni corporee che possono essere interpretate in maniera catastrofica, aumentando
il rischio di sviluppare attacchi di panico.
Sintomi
I sintomi degli attacchi di panico generalmente
sono:
-Palpitazioni/tachicardia (battiti
irregolari, pesanti, agitazione nel petto, sentirsi il battito in gola)
-Paura di perdere il controllo o di impazzire (ad esempio, la paura di fare
qualcosa di imbarazzante in pubblico o la paura di scappare quando colpisce il
panico o di perdere la calma)
- Sensazioni di sbandamento, instabilità (capogiri e vertigini)
- Tremori fini o a grandi scosse
- Sudorazione
- Sensazione di soffocamento
- Dolore o fastidio al petto
- Sensazioni di derealizzazzione (percezione del mondo esterno come strano e
irreale, sensazioni di stordimento e distacco) e depersonalizzazione (alterata
percezione di sé caratterizzata da sensazione di distacco o estraneità dai
propri processi di pensiero o dal corpo)
- Brividi
- Vampate di calore
- Parestesie (sensazioni di intorpidimento o formicolio)
- Nausea o disturbi addominali
- Sensazione di asfissia (stretta o nodo alla gola)
Come si curano gli attacchi di panico?
In molti studi, la terapia cognitivo comportamentale è
risultata il miglior trattamento per i disturbi di attacchi di panico e
d'ansia. E’ particolarmente efficace per combattere gli attacchi di panico, con
un successo dell’80- 90% dei casi.
La terapia ha due componenti:
a) l’identificazione e l’evoluzione del pensiero dai modelli distorti che
portano all’ ansia (terapia cognitiva) e b) la desensibilizzazione dell’ansia
attraverso l’esposizione alle situazioni temute (comportamento- terapia).
L’importanza assegnata a ciascuno dei due aspetti dipende dalla natura del
problema. Il primo passo verso il recupero è una buona diagnosi, non si può
risolvere un problema se non lo si conosce.
Una volta che è stata fatta la diagnosi, il recupero è già in atto, anche
se bisogna ricordare che è necessaria disciplina e dedizione perché si possa risolvere
il problema al fine di superare gli attacchi di panico è necessario capire qual
è la causa scatenante; spesso proprio la comprensione del problema è la chiave
per la guarigione.
La psicoterapia cognitivo comportamentale spiega alla persona il ruolo
dell’ansia nell ’innesco del panico, il ruolo dello stress, della personalità,
dell’iperventilazione, degli evitamenti nella cronicizzazione del disturbo. La
cura dagli attacchi di panico non può prescindere dall’ analisi dei pensieri
catastrofici che fanno interpretare i segnali dell’ansia come eventi terribili
quali l’infarto, la pazzia o la perdita di controllo.
L’esposizione graduale agli eventi temuti è uno degli strumenti chiave
nella cura degli attacchi di panico secondo l’approccio della psicoterapia
cognitivo comportamentale, attraverso l’esposizione la persona ha la
possibilità di smentire l’ipotesi catastrofica temuta ed inizia pian piano ad
riappropriarsi della propria vita.
L’approccio della psicoterapia cognitivo comportamentale ai problemi di
panico è, confrontata ad altre psicoterapie, abbastanza breve (entro pochi
mesi, se si seguono le indicazioni del terapeuta, si possono già avere
risultati molto buoni), orientata agli obiettivi, attiva, misurabile, efficace.