sabato 29 ottobre 2016

DIABETE E VITA DI COPPIA







E’ indubbio che il diabete sia una patologia complicata, non solo per chi ne è affetto , ma anche per il partner che quotidianamente vive accanto alla persona diabetica.
Il partner il più delle volte è confuso, non sa come starle accanto, spesso non sa come comportarsi  e questa modalità lo manda in crisi. La domanda ricorrente che si fa chi vive accanto ad una persona diabetica è se motivarlo a seguire i trattamenti magari risultando invadente,oppure mostrarsi distaccati con i conseguenti sensi di colpa. Ecco qui elencati una serie di aspetti da considerare nella coppia.
·         Il dialogo è importante nella coppia
Parlare di questa patologia con il partner , scambiarsi informazioni è fondamentale. Ad esempio recarsi insieme dal medico o diabetologo, ai vari controlli mensili può essere molto positivo, perché questo permette di eliminare alcuni dubbi sui luoghi comuni della patologia, e di avere chiarimenti riguardo ai rischi di trasmissione nei casi si desidera avere un bambino. Alcuni vanno dal medico in coppia, altri vorrebbero una maggiore condivisione di questo momento ma ci vanno da soli, altri invece si gestiscono intenzionalmente tutto da soli. In tutti questi casi nella coppia bisogna parlarne, in modo chiaro senza paura, esprimere le proprie sensazioni, i propri vissuti in modo da creare un equilibrio stabile per la coppia. Questa collaborazione ad esempio potrebbe essere utile nel gestire le emergenze. Se l’ipoglicemia conduce ad una perdita di coscienza, il partner deve saper gestire la situazione, agendo lui stesso in prima persona, o chiamando qualcuno. In entrambi i casi deve essere collaborativo, non deve far sentire la persona diabetica sola con il suo problema. In alcuni casi tuttavia il partner può avere la tendenza al “controllo” a sorvegliare la persona diabetica ad insistere  perché prenda appuntamento dal medico, o che mangi in un certo modo etcc.. Se la persona non segue i suoi consigli il partner si sente inutile, incapace di aiutarla e sentirà molto probabilmente un  forte senso di colpa. In questi casi non bisogna sentirsi completamente responsabili , è pur sempre il paziente diabetico responsabile dei cambiamenti positivi o negativi che possono sopraggiungere nella gestione della malattia.
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            I pasti devono essere regolari ed equilibrati
Il momento del pasto deve rappresentare per il diabetico e per le persone che gli vivono accanto, un momento di condivisione, di piacere. Quindi è opportuno che le persone che vivono accanto al diabetico seguono le stesse regole per non discriminarlo e non tentarlo con cibi che i diabetici non possono concedersi.
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      I momenti di irritabilità del diabetico possono minare il rapporto di coppia
Come tutte le malattie croniche anche il diabete potrebbe minare la propria autostima, l’immagine che si ha del proprio corpo e della propria salute. Tutto questo diventa fonte di angoscia e irritabilità per il diabetico portando ripercussioni sul rapporto di coppia, e provocare altri disfunzioni nel comportamento , depressione, somatizzazioni e violenze coniugali e irritabilità.  In questi casi è importante che i partner sono informati riguardo al fatto che il diabetico non agisce consapevolmente ma che ha bisogno di essere aiutato e capito e  laddove il partner nonostante le buone intenzioni non riesce a stargli accanto di chiedere un aiuto da un professionista.

·         Problematiche sessuali
Il diabete ha ripercussioni sulla sessualità sia dal punto di vista psicologico e dal punto di vista fisiologico perché gli squilibri glicemici hanno ripercussioni in quanto gli eccessi di zuccheri nel sangue possono deteriorare i vasi sanguigni e le terminazioni nervose con conseguenze sul desiderio sessuale.  Nell'origine dei problemi sessuali dei pazienti diabetici pesano i fattori organici e l'impatto psichico, i quali sono tra loro in un rapporto di interdipendenza circolare, contribuendo entrambi  all'eziologia delle varie disfunzioni sessuali che possono essere di varia tipologia. In alcuni casi vi è una prevalenza eziologica di fattori organici, in altri pesano di più fattori di natura psicologica. Nel caso della popolazione diabetica l'incidenza dei fattori organici e di quelli psicologici dipende sia dall'età del paziente che dalla durata della malattia. E’ utile più che opportuno che il paziente affronti il suo problema sia con il partner che con uno psicologo, perché la dimensione psicosessuale ha una notevole importanza nell'ambito del benessere psicofisico e relazionale dell'individuo ed è sicuramente un indice di tutto questo.

In alcuni casi può essere utile un percorso psicologico più specifico per far aprire la coppia o la famiglia ad altri punti di vista, purché lo si faccia con molta cautela, valutando caso per caso e monitorando strettamente la persona col diabete dal punto di vista metabolico durante la terapia.
In ogni caso il ruolo del medico – e anche dello psicologo – non è per forza quello di riscrivere la storia del paziente; il team deve aprire delle finestre nella relazione, far intravedere delle possibilità alternative e compatibili, in modo che la relazione di coppia non influisca negativamente sulla salute di entrambi.

mercoledì 19 ottobre 2016

FAMIGLIA E DIABETE






La diagnosi di una malattia cronica come il diabete in un bambino e/o adolescente rappresenta una fase molto delicata. Venire a conoscenza di avere una patologia con cui convivere tutta la vita determina un riequilibrio nell’assetto familiare non sempre facile, perché la diagnosi determina un cambiamento che destabilizza l’intera quotidianità della famiglia , i ruoli, le abitudini alimentari e i vissuti emotivi del bambino e/o adolescente diabetico ma anche dei genitori.
 Spesso ma non sempre è la madre a farsi carico della gestione della patologia, è dunque lei che diventa “responsabile”della cura e delle problematiche mediche e questo determina nel bambino un certo grado di dipendenza maggiore rispetto ai coetanei o agli altri membri della famiglia. Il bambino diventa così il centro di attenzione dell’intera famiglia ed i ruoli degli altri componenti si strutturano e si modificano in base ad esso, e a risentirne spesso è anche la vita di coppia.  L’insorgenza di questa patologia nel bambino, provoca un riassetto del sistema familiare da due punti vista quello prettamente pratico per le procedure mediche e quello psicologico per i vissuti di ansia e sopratutto di controllo che ne consegue.
Vediamo come reagisce la famiglia quando si trova ad avere la diagnosi di diabete di un bambino e /o adolescente
·         Negazione della diagnosi generando ipotesi alternative
·         Angoscia , tensione e interrogativi per il futuro del figlio
·         Senso di colpa , risentimento verso il coniuge , per il fattore ereditarietà
·         Controllo del diabete con estrema rigidità da parte di chi se ne prende cura. Questo produce esclusività nel rapporto con il bambino, e allontanamento del coniuge con i conseguenti problemi di coppia, e degli altri membri della famiglia.
·         Meno attenzioni agli altri figli generando invidie e rivalità
·         Iperprotezione verso il bambino , generando poca autonomia e dipendenza nel bambino

Spesso a risentirne è il clima familiare, spesso pieno di conflitti con ansie , tensioni,un clima poco sereno oppure si rompono equilibri già di per sé precari. Spesso chi si prende cura del bambino diabetico ha tutto il peso della responsabilità che diventa di tipo pratico, organizzativo ed emotivo. Chiaramente molto dipende dalla struttura di personalità di chi se ne prende cura, chi sa offrire una base sicura e contenitiva ed è quindi più sicuro di sé si sentirà meno inadeguato nell’offrire il sostegno e la cura e questo avrà meno risvolti negativi sul clima familiare. L’influenza dei fattori familiari sul controllo del diabete, è stata oggetto di molti studi, dai quali è emerso che uno scarso controllo metabolico, è spesso correlato ad una famiglia conflittuale che funziona male, in cui non si esprimono con naturalezza le emozioni e che con difficoltà da un sostegno al bambino diabetico. Inoltre in questo contesto il bambino o l’adolescente diabetico, ha una maggiore probabilità di manifestare difficoltà emotive e comportamentali, disturbi alimentari ,problemi nell’aderenza farmacologica e aumento nella chetoacidosi diabetica. Va sottolineato però che è complicato stabilire se i problemi familiari siano la causa o semplicemente il risultato dei problemi associati alla patologia diabetica. Il funzionamento comportamentale  delle persone conseguente alla  propria personalità può condizionare il loro atteggiamento nei confronti del diabete in ambito familiare. Se i problemi psicologici sono affrontati correttamente, la gestione del diabete nella sua complessità viene facilitata. Alla base di quanto detto risulta essere importante per un bambino diabetico il relazionarsi in un ambiente  familiare sano da un punto di vista psicologico, perché in questo caso ha maggiori possibilità di diventare un adulto responsabile che si prende cura della propria salute. Questi bambini hanno bisogno di vivere in una struttura familiare stabile e di un approccio relazionale coerente senza eccessive costrizioni. I bambini diabetici inoltre devono sviluppare la propria indipendenza fin da piccoli, in un clima familiare caldo, sereno e devono impiegare il proprio tempo in attività positive e piacevoli. Anche se è importante l’autonomia e l’indipendenza del bambino, nella prima fase della diagnosi di diabete è indispensabile per i genitori abituarsi ad esercitare un controllo della situazione da un punto di vista pratico per quanto riguarda il dosaggio dell’insulina e la condotta alimentare. Tutto questo potrebbe indurre nel genitore che si prende cura del figlio,un conflitto da una parte la rigidità proprio per il fatto che le cure sono necessarie e dall’altra il non riuscire a tollerare in alcune situazioni la sofferenza del figlio, da cui poi ne conseguono i sensi di colpa. In maniera speculare invece la madre che è in genere quella predisposta alla somministrazione dell’insulina , potrebbe essere percepita come colei che non protegge dal dolore, anzi è vissuta come punitiva e questo potrebbe minare la relazione madre-figlio. Ad esempio si può chiedere al bambino di rappresentare tramite il gioco, le situazioni delle cure mediche. Gioco che diventa ruolo attivo nel corso ad esempio della somministrazione dell’insulina. Nonostante il gioco però molti bambini, odiano il loro diabete, da una parte perché vissuto come una punizione, dall’altra per il riflesso dei loro genitori. In conclusione è possibile modificare l’atteggiamento dei genitori e dei bambini, cominciando a parlarne quanto prima.