mercoledì 22 giugno 2016

FOOD CRAVING: L’IRREFRENABILE VOGLIA DI CIBO




Il Food craving  è un termine che sta ad indicare la cosiddetta fame nervosa o fame compulsiva, cioè quando in assenza di reale necessita fisica, avvertiamo comunque l’inarrestabile voglia di mangiare. Il fenomeno è associabile al Craving nelle dipendenze, nella condotta alimentare il desiderio di cibo irrompe come modo per sottrarsi ad una situazione spiacevole, per allontanare noia, ansia,tristezza, stress, o di qualsiasi emozione che non sappiamo gestire e che prende il sopravvento.

In linea di massima si presentano questi aspetti

·         assenza di fame fisiologica
·         assunzione di cibi salati e dolci in contemporanea o "saltando" da uno all'altro
·         inghiottire senza masticare
·         nascondersi

Al termine dell'attacco di fame  lo stato d'ansia sembra essere scemato, ma si affaccia un profondo senso di colpa e/o di disgusto per quello che è stato fatto e per l'incapacità di sottrarsi alla fame nervosa. Se prolungato questo stato può far insorgere ansia e stress e facilitare un l'insorgenza di un nuovo episodio.

COME COMPORTARCI ?

Prima di arrivare ad instaurarsi l’inizio di una vera e propria patologia , è possibile  seguire delle regole che possono aiutare in questa situazione.
·     Non esagerare con le restrizioni dietetiche, potrebbero rendere ancora più centrale il desiderio di cibo.
·         Cercate prodotti a basso contenuto calorico, ma gustosi.
·         Concedetevi degli snack, evitate di arrivare al punto di essere affamati
·        Tenete un diario in cui descrivere eventuali attacchi di fame nervosa descrivendo il momento della giornata, le emozioni, i pensieri e cosa avete mangiato. Dopo un mese rileggendo il diario chiedetevi se provate ancora le stesse cose.

·   Cercate di consumare quei carboidrati-salvezza. Il corpo prova bramosia verso cibi molto zuccherati o grassi, cercate di dirigervi verso legumi, frutta, verdure.



martedì 21 giugno 2016

FAME EMOTIVA E FAME FISIOLOGICA COME RICONOSCERLE

No si mangia unicamente per sopperire ad un bisogno fisico ovvero perché si ha fame, spesso ci si avvicina al cibo anche perché non sappiamo gestire emozioni, non sappiamo riconoscerle ed elaborarle in modo corretto e il cibo in quel momento ci sembra l’unica soluzione alla gestione emotiva del problema. Questo accade quando siamo arrabbiati, annoiati, stanchi, per abbassare livelli di stress o anche per gratificarci. Tutto questo non è nettamente negativo, ma quando diviene  l’unico modo per gestire le emozioni ecco che ci troviamo di fronte a senso di colpa, depressione, ansia, nonché aumento di peso, difficoltà ad avere un regime alimentare corretto, e tutto questo non fa che aumentare il circolo vizioso e quindi a mangiare sempre di più. Spesso questo comportamento fa parte di noi , diventa un automatismo, a tal punto che non si fa più caso a questo comportamento alimentare.

Si tratta di fame emotiva se:
  •          Mangi di più quando sei stressato, nervoso, arrabbiato
  •          Mangi di più nonostante sei sazio
  •          Mangi fino a sentirti male
  •          Avverti un senso di impotenza e di non controllo sul cibo
  •          Il cibo ti fa sentire più al sicuro
  •          Usi il cibo per gratificarti


Vediamo la fame emotiva più in dettaglio:

Insorge all’ improvviso e vuole essere immediatamente soddisfatta. La fame fisica invece arriva gradualmente , ti da modo di pensare, ad esempio a ciò che sarebbe più giusto mangiare, ti permette di assaporare il cibo, di gustarlo, e ci fa smettere quando avvertiamo il senso di sazietà. La fame emotiva scaturisce all’ improvviso e deve essere soddisfatta subito perché è collegata all’emozione che non sappiamo gestire come ad esempio la rabbia per un litigio o l’ansia per una telefonata che non arriva.

Non parte dallo stomaco . Non si avverte lo stomaco che brontola, perché la fame emotiva ha origini differenti , trova origine nelle nostre emozioni e quindi dal nostro cervello.
E’ selettiva per cui si orienta verso determinati cibi.  di solito la fame emotiva predilige cibi ricchi in grassi e in zuccheri perché sono cibi che meglio soddisfano emozioni e quindi danno piacere immediato che ci distolgono momentaneamente dalle emozioni negative come pizza, dolciumi, patatine, cioccolata. Quando si ha fame fisiologica ci orientiamo verso cibi più salutari ad esempio un frutto, ma qualunque cibo poi ci permette di placare la fame.

La fame emotiva ci fa mangiare senza consapevolezza. Può capitare di mangiare un intero pacco di patatine o una vaschetta di gelato senza che ve ne rendiate conto, senza gustare ciò che state mangiando. Mentre quando si mangia per fame fisica si è più attenti e più consapevoli verso quello che si sta mangiando.

La fame emotiva porta spesso a senso di colpa, vergogna e dispiacere . Se si sta mangiando per fame fisica non si provano queste emozioni, perché si sta soddisfacendo un fabbisogno fisiologico , al contrario se si provano queste emozioni le emozioni ad esso associato ci indicano che non è fame fisica ma bensì emozionale.

Come fermare la fame nervosa

 Nella fame nervosa, dunque, il cibo non è il problema. Sembra strano vero? Ci crucciamo tanto per quel pacco di biscotti che abbiamo spazzolato via in pochi minuti e invece il problema non sono affatto loro.
Quello che realmente consente di disinnescare la fame nervosa è la capacità di essere consapevoli delle emozioni del momento, anche le più sgradite, e di poterle elaborare – “digerire” psichicamente se volete – per riuscire a gestirle invece di “anestetizzarsi” attraverso il cibo.
Bisogna tradurre ciò che sentiamo in quel momento. Perciò, il primo passo è proprio quello di aspettare, esercitare consapevolezza sul momento presente e imparare a dare un nome, e quindi un significato alle emozioni prendendo l’opportuna distanza da esse per poterle vivere senza lasciarsene travolgere.
A volte questo si impara a farlo durante le vicissitudini dell’esistenza, altre volte può essere utile intraprendere un percorso di psicoterapia per imparare a non mangiare le proprie emozioni e a godere della ricchezza che la vita emozionale riserva ad ognuno di noi.
Solo allora il cibo ridiventerà semplicemente “cibo” e si potrà autoregolare il proprio comportamento alimentare secondo i reali segnali di fame e sazietà del proprio corpo.

www.psicoterapeutacarcuro.it