mercoledì 16 novembre 2016

REGOLAZIONE EMOTIVA



Le emozioni sono importanti per il nostro benessere psicofisico, riconoscere le proprie emozioni rappresenta il primo passo per comprendere ciò di cui abbiamo bisogno. E’ importante imparare a riconoscerle, a leggere i bisogni, che vi nascondono, per agire in direzione del nostro benessere.
Vediamole da vicino
Le emozioni rappresentano esperienze soggettive positive o negative, percepibili a livello somatico, in quanto associate ad un particolare quadro dell’attività fisiologica. Ad esempio la paura è caratterizzata da alcuni connotati fisiologici, quali l’aumento del battito cardiaco,l’aumento della pressione sanguigna, la tensione muscolare, e aumento della respirazione.
Le emozioni si classificano in base a due categorie primaria e secondaria
  • Le emozioni primarie sono quelle presenti fin dalla nascita e che si trovano in tutte le culture. Si tratta di 5 emozioni : Gioia, Sorpresa, Rabbia, Disgusto e Paura. Queste emozioni sono caratterizzate anche da espressioni facciali specifiche e universalmente riconoscibili.
  • Le emozioni secondarie si svilupperebbero più tardi perché sono cognitivamente più complesse e perché hanno una derivazione sociale, dipendono cioè dai contesti culturali. Quelle secondarie sono rappresentate dalla Vergogna, Colpa, Imbarazzo o Rammarico, e sono legate ai valori specifici di una cultura che segnala quando e come provare queste emozioni. Ne segue che non hanno la stessa importanza tra i gruppi culturali e che la loro espressione facciale varia.
Le emozioni si attivano tramite due vie
  • Una breve , automatica e non riflessiva
  • Una lunga, riflessiva, caratterizzata dal pensiero, in grado di annullare o aumentare l’emozione attivata dalla via automatica e non riflessiva.
Vediamo a cosa servono le emozioni

Le emozioni sono risposte adattive dell’organismo alle stimolazioni interne ed esterne. Si sono evolute negli esseri umani nel corso degli anni, in quanto utili per la sopravvivenza. L’attivazione neurofisiologica prodotta dall’emozione produce un cambiamento. Tale cambiamento predispone l’organismo all’azione e quindi ad una funzione di protezione. Ad esempio la paura emozione a noi tutti familiare, predispone all’attacco o alla  fuga da ciò che ci impaurisce. Quando subiamo un torto da qualcuno è molto probabile che veniamo assaliti dalla rabbia e questa emozione ci predispone all’ attacco il più delle volte. Le emozioni servono anche per comunicare all’esterno, alle altre persone, ciò di cui abbiamo bisogno, in quanto caratterizzate da una specifica espressione facciale. Le emozioni assolvono anche ad un funzione interpersonale, facendo da collante fra i membri di un gruppo, e permettendo ai membri del gruppo di prestare aiuto in caso di necessità. Le emozioni creano inoltre accordo e unione fra i membri di uno stesso gruppo, in quando provando una stessa emozione, possono condividere anche la stessa azione, lo stesso comportamento. A livello cognitivo infine le emozioni, influenzano i nostri pensieri. Quando ci rendiamo conto che stiamo provando un’emozione, iniziamo ad avere pensieri su quella emozione. Questo pensiero può modificare la percezione che abbiamo di quell’evento, a seconda di come noi interpretiamo il significato di quella situazione e quindi dell’emozione  conseguente.

Strategia di regolazione emotiva

Alcuni studi empirici hanno dimostrato che alcune strategie possono avere più spesso esiti adattivi rispetto ad altre strategie:
Accettazione– ovvero avere un atteggiamento di accoglienza delle proprie emozioni e non di ostilità e giudizio. Mettersi in ascolto delle proprie emozioni, riconoscendole come parti inalienabili di noi.
Ristrutturazione cognitiva– ovvero rivalutare la situazione modificando l’attribuzione di significato per modificare anche l’emozione che ne deriva.
Problem solving– ovvero un tentativo concreto di modificare la situazione spiacevole.
Altre strategie possono avere esiti più disadattavi nel lungo termine:
  • Soppressone dell’esperienza emozionale, ovvero soffocare sul nascere l’emozione
  • Soppressione espressiva , ovvero cercare di nascondere i segni espressivi (facciali e corporei ) dell’emozione.
  • Rimuginio e ruminazione, ovvero ripensare e ripetersi mentalmente senza soluzione di continuità la situazione spiacevole, le sue cause e conseguenze.
  • Evitamento sia sul piano esperienziale che comportamentaleevitando la situazione che potrebbe generare una specifica emozione ritenuta spiacevole in valenza o intensità.
Va precisato che non ci sono strategie funzionali ed altre disfunzionali; piuttosto una persona che riesce ad utilizzare in modo flessibile – non rigido! più strategie di regolazione emozionale riuscirà evidentemente ad essere responsivo nei confronti dell’ambiente e a mantenere anche un buon equilibrio e non solo.

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