Per molte persone con diabete, l’iniezione di insulina
rappresenta un appuntamento quotidiano, un’abitudine a cui purtroppo non
possono sottrarsi. Ma cosa accade quando oltre al disagio della malattia si
presenta anche una forte paura di fare l’iniezione
di insulina per esempio? Il paziente non prova solo fastidio, ma una vera e propria sensazione di forte ansia o
di panico, quando deve iniettarsi l’insulina, o eseguire i controlli glicemici.
Si stima infatti che circa il 10% delle persone sia AGOFOBICA
e che la sintomatologia può variare da un soggetto ad un altro. Vediamo più da
vicino alcuni dei sintomi più comuni,
quando si ha paura dell’ago:
- Tachicardia
- Vertigini
- Nausea
- Sudorazione eccessiva
- Svenimento
- Pallore
- Abbassamento della pressione sanguigna
Questo quadro sintomatologico può manifestarsi, per un
prelievo di sangue, una vaccinazione o appunto la somministrazione ripetuta di
un farmaco o sostanza, proprio come avviene nel diabete. Questo tipo di fobia
si può manifestare nel adulto come nel bambino. Ci sono persone che possono avvertire
un senso di vuoto, un “mancamento” che può sfociare in una perdita di coscienza,
subito dopo una puntura, a causa di un riflesso vagale vasomotore che determina
un abbassamento della pressione sanguigna. Questo tipo di reazione generalmente
si riscontra nelle persone adulte ed
è più comune negli uomini che nelle donne. Altre persone invece temono il dolore
in seguito all’iniezione, altre hanno paura della dimensione dell’ago. Inoltre le manifestazioni più evidenti
avvengono in seguito a prelievi di sangue e ad iniezioni intramuscolari. Nei bambini invece la paura di essere
punti dal ago si manifesta più che altro come paura del dolore conseguente alla puntura dell’ago, perché hanno
una soglia dolorifica più bassa. Come per l’adulto anche per il bambino non va
trascurato il trattamento di questa fobia infantile, perché un trattamento
precoce, fin dal suo prima manifestarsi, può impedire che questi bambini da
adulti diventino “agofobici”.
Vediamo ora quali possono essere i fattori che aumentano il rischio di diventare agofobici:
- Esperienze traumatiche precoci
- Reazioni avverse durante un’iniezione
- Durata del trattamento
- Senso di isolamento
Vediamo questi fattori più in dettaglio:
Per esperienze traumatiche
s’intende ad esempio una iniezione difficoltosa, o praticata da qualcuno che ha
utilizzato una tecnica sbagliata, che ha provocato un forte dolore o che non ha
avuto le giuste accortezze. Non è ancora
facile stabilire se una prima esperienza traumatica, come una prima iniezione
difficoltosa, rappresenti la causa della successiva agofobia, oppure
rappresenti solo il primo episodio di una vera e propria malattia che esordisce
in quella situazione. Nell’ agofobia non è da escludere anche l’ereditarietà, alcuni
studi hanno evidenziato infatti che le persone agofobiche hanno uno dei due
genitori o un fratello con la stessa fobia.
Per reazioni avverse
durante una iniezione s’intende ad esempio una reazione allergica, o ad un
vaccino somministrato per iniezione. Queste reazioni avverse per associazione
possono far scaturire nel paziente la paura di sottoporsi ad altre iniezioni
per le conseguenze avvertite in precedenza.
Nei trattamenti a
lungo termine è molto più probabile che si sviluppi la paura dell’ago per
le ripetute esperienze. Ma diventa ancor
più invalidante quando il paziente ad
esempio diabetico deve sottoporsi a trattamenti come la terapia insulinica e l’autocontrollo
glicemico mediante prelievo di sangue capillare. Il paziente in questione non
solo deve accettare, convivere con una malattia cronica che comporta un cambiamento
nello stile di vita , ma deve convivere quotidianamente con la paura e il
disagio conseguente al trattamento del diabete laddove si è anche agofobici . Chiaramente
questo potrebbe rappresentare uno dei fattori che concorrono alla riduzione
della compliance farmacologica e quindi alla buona riuscita del trattamento del
diabete.
Senso di isolamento cioè la difficoltà a non riuscire a
comunicare questa paura ai propri familiari, al medico, a chi deve farci l’iniezione.
Questo atteggiamento di chiusura non fa che aumentare il nostro disagio e la
paura e non permette a chi deve farci l’iniezione di avere un’accortezza
maggiore nei nostri confronti.
Quale trattamento per l’agofobico?
Innanzitutto rivolgersi ad un esperto psicoterapeuta quando
la fobia è invalidante per il successo delle terapie farmacologiche.
Parlarne del problema innanzitutto serve a circoscriverlo, definirlo
e razionalizzarlo. Spesso il paziente sa che la sua paura è immotivata,
sproporzionata al evento, ma non sa come gestirla . Si farà quindi una buona
anamnesi per capire l’origine del problema e come controllarlo. La terapia cognitivo comportamentale rappresenta un valido
rimedio per le fobie perché attraverso alcune tecniche scientificamente
dimostrate, permette di vincere la paura. Ad esempio la desensibilizzazione sistematica , l’esposizione sono solo alcuni
esempi di tecniche che funzionano e che
hanno buoni risultati nel trattamento delle paure.
www.psicoterapeutacarcuro.it
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