Spesso pensieri ed emozioni
fortemente negative condizionano enormemente la nostra vita e le nostre
capacità di far fronte alle difficoltà. Quello che pensiamo e quello che sentiamo
a livello emotivo ci indirizzano
verso comportamenti che possono essere disfunzionali e creare disagio.
Quando dominano emozioni
fortemente negative perdiamo la capacità di vedere aspetti positivi nella
nostra vita, nel nostro lavoro, nella nostra relazione, risulta più difficile
far fronte agli impegni, ci sentiamo demotivati , stanchi e perché no anche depressi o in ansia per il futuro. Se ci troviamo di fronte ad una patologia come
il Diabete, ci sono pensieri negativi rispetto al futuro
rispetto alla vita di tutti i giorni, è una malattia cronica e bisogna conviverci quotidianamente con il
trattamento farmacologico e il cambiamento dello stile di vita, una dieta
corretta che non sempre è facile attuare. Ne consegue che seguire un’alimentazione
corretta e la gestione del peso possono essere gravemente compromesse da pensieri ed emozioni negative. Spesso la persona si pone obiettivi di controllo
dell’alimentazione, di perdita di peso, e di gestione della malattia di tipo perfezionistico o del tipo tutto bianco o tutto nero ad esempio
“non posso permettermi assolutamente uno spuntino fuori pasto” oppure “devo
perdere 20 Kg in pochi mesi”. Se questi obiettivi perfezionistici non vengono
soddisfatti la persona pensa di aver fallito e quindi di contro si lascia
andare completamente perché si giudica molto negativamente. Non sono stato
all’altezza di raggiungere ciò che mi ero prefissato penserà e si giudicherà in
maniera molto negativa. Questo atteggiamento non farà altro che demotivare il paziente diabetico dal
perseguire un regime alimentare corretto e l’aderenza al trattamento farmacologico.
A questo punto è molto probabile che come in un circolo vizioso il paziente si
prefiggerà nuovamente obiettivi perfezionistici a cui seguirà nuovamente una
perdita di controllo che farà sentire di nuovo il fallimento della dieta e
quindi l’acquisto di peso. Ne conseguirà nuovamente un vissuto emotivo di
depressione, tristezza, di fallimento , una trappola emotiva da cui sembra
impossibile liberarsi.
La terapia cognitivo
comportamentale per quanto riguarda il controllo dell’alimentazione lavorando
sugli stili di pensiero perfezionistico,
dicotomico, rigido, permetterà
di raggiungere obiettivi sempre più
realistici e attraverso il riconoscimento
dei pensieri disfunzionali e degli errori cognitivi permetterà di
individuare i tranelli della nostra
mente in cui spesso cadiamo. Per quanto riguarda la gestione del
trattamento farmacologico,una persona con diabete di fronte a livelli di
glucosio elevati potrebbe reagire cognitivamente dicendo a se stesso “è un
disastro” non riuscirò mai a tenere sottocontrollo il diabete “mi sento di non
valere”. Da questo modo di pensare potrebbe scaturire nella persona un vissuto
emotivo di tristezza , abbattimento , rabbia, delusione e quindi arrendersi al
trattamento e alla gestione della malattia. Un lavoro psicoterapeutico in tal
senso potrebbe aiutare la persona nel favorire l’autoefficacia, l’autostima,
nel favorire una migliore concezione di se stesso. Generalmente per una
migliore efficacia del trattamento si coinvolgono laddove è possibile i
familiari o chi si prende cura del paziente diabetico,insegnando a gestire i
conflitti che possono minare l’intero equilibrio familiare e la gestione della
malattia stessa, riconoscendo l’importanza che l’intero sistema familiare ha
nella gestione ottimale della patologia.
Nessun commento:
Posta un commento